GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
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GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Gabriele Sandri, un anno fa la tragedia: lacrime e rabbia
ROMA - Un anno fa una pallottola attraversava due carreggiate d'autostrada e uccideva Gabriele Sandri. Un anno fa, la mattina di domenica 11 novembre 2007, l'agente Luigi Spaccarotella sparava uccidendo un tifoso della Lazio che andava a Milano per la partita con l'Inter. Area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Cronaca nera e pallone, ennesimo aggiornamento del binomio. 365 giorni dopo c'è la nebbia, in autostrada. E dentro, invisibile, la verità. La pistola puntata per colpire l'auto in fuga dopo una rissa in autogrill con gli juventini, come dicono i testimoni, oppure uno sparo inciampando, con il proiettile deviato fatalmente verso la giovane vita di "Gabbo", la tesi della difesa. Due ipotesi, la rabbia, le implicazioni del tifo violento, le immancabili polemiche. E' ancora tutto fermo, dopo la prima udienza preliminare dichiarata nulla e il dibattimento in stand-by fino al 16 gennaio 2009. E domani, un anno dopo, è il giorno del ricordo.
I FATTI
E' l'11 novembre 2007, c'e' Inter-Lazio. Gabriele Sandri e altri quattro amici, tutti tifosi biancocelesti, sono in viaggio in macchina verso lo stadio Meazza. Si fermano per un caffe' nell'area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Incrociano un gruppo di tifosi juventini, che stanno andando a Parma. La pausa caffe' si trasforma in rissa. Nell'area di servizio sulla carreggiata opposta c'e' una pattuglia della Polstrada. L'agente Spaccarotella viene messo sul chi vive dal parapiglia. E' lontano. Dicono duecento metri, cento, in linea d'aria. Sente urla e grida. Vede un fuggi fuggi e un'auto che velocemente - o cosi' gli pare - si allontana dall'area di servizio. Pensa a una rapina al benzinaio. Aziona la sirena. L'auto non si ferma. Spara. Uccide. Gabriele Sandri, che per gli amici ancora dormiva sul sedile posteriore dell'auto. La notizia si diffonde in fretta. Il Viminale non ferma il campionato, tranne Inter-Lazio e Roma Cagliari. Il racconto, rilanciato semplificato ("Polizia uccide tifoso") e amplificato dalle dirette televisive, dalle radio degli ultras, dai blog delle tifoserie, accende la fiamma in quella polveriera che sono i rapporti tra le forze dell'ordine e l'area piu' violenta degli stadi. Una morte "per il calcio" viene declinata come morte "di calcio". E diventa una "chiamata" per l'orgoglio tribale degli Ultras. A Bergamo i tifosi dell'Atalanta scatenano la guerriglia in curva facendo interrompere Atalanta-Milan. A Parma invece si gioca e non avvengono incidenti. Tutto si concentra sulla capitale: aggressione alle istituzioni. Una serata di scontri e di guerriglia urbana, con caserme assaltate, agenti asserragliati, macchine date alle fiamme, la sede del Coni devastata. Alla fine si conteranno almeno 15 tra poliziotti e carabinieri feriti, 6 tra i vigili urbani, e anche 3 arrestati tra gli assalitori della caserma di via Reni e della sede Coni.
LE TESTIMONIANZE
"Ho sentito un tonfo, qualcuno ha pensato a una sassata, poi ci siamo girati quando abbiamo sentito Gabriele che ansimava, rantolava, perdeva sangue". Il primo testimone e' Federico, uno degli amici in macchina con Gabriele Sandri. Lui racconta la versione nell'immediato, ancora scosso. "Ci siamo fermati, c'era panico. Siamo ripartiti di corsa, per cercare aiuto. Al casello abbiamo trovato la polizia". Nell'area di servizio in pochi si erano accorti che c'era stata una rissa. Non il personale del bar davanti al quale si sono insultati e affrontati i 10 tifosi laziali e juventini. "Non ci siamo resi conto di nulla. Abbiamo capito cosa era successo quando sono venuti a chiederci le cassette registrate dalle telecamere puntate sul piazzale. I muri sono insonorizzati", dice Francesca, dipendente del bar, entrata al lavoro pochi minuti prima. Il benzinaio invece ha visto. "Ho notato questi ragazzi che salivano con gli ombrelli su verso l'autogrill" racconta Federico Ghiezzi, che lavora al distributore di servizio. La sua testimonianza e' acquisita dalla Polstrada. Da lontano il benzinaio ha visto qualcosa del tafferuglio, ma soprattutto ha sentito la sirena che ha diviso i due gruppi, suonata dalla Polstrada presente nell'area di servizio sull'altro lato dell'autostrada. "Poi ho sentito anche un tonfo, ma se fosse un colpo di pistola non lo so dire". L'agente Spaccarotella, durante gli interrogatori, ripete di aver sparato per sbaglio, mentre correva. Ma i testimoni chiave per l'indagine sono quattro e danno tutti, piu' o meno, la stessa lettura dell'accaduto: ovvero di averlo visto prendere la mira e sparare a braccia tese verso l'auto sulla quale viaggiava Gabriele Sandri. Tra queste testimonianze, oltre alla deposizione nota fin dal primo momento di un agente di commercio romano, anche quella di una cittadina giapponese che, come altri, in quelle ore dell'11 novembre si trova a sostare nell'area di servizio di Badia al Pino. I quattro dicono altro: sostengono di averlo visto puntare e sparare verso la vettura, alcuni di loro affermano di averlo notato a braccia tese.
LE PERIZIE
Un proiettile esploso, un ragazzo morto. E due possibili ipotesi, per disegnare l'omicidio Sandri sulla traiettoria di quel proiettile. Una guerra a colpi di perizie. Per i legali della famiglia Sandri il proiettile che ha ucciso Gabriele non e' stato deviato, l'agente ha sparato per colpire l'auto dove si trovava "Gabbo". Chiedono che si proceda per omicidio volontario. Alle certezze della famiglia della vittima si contrappongono quelle, diametralmente opposte, dell'avvocato Giampiero Renzo, che difende Spaccarotella, il poliziotto della stradale che ha fatto fuoco: la perizia evidenzia che sull'ogiva c'e' un elemento estraneo non riconducibile al vetro della macchina ne' alla catenina del ragazzo. E questo confermerebbe che il proiettile ha urtato un oggetto che potrebbe averne deviato la traiettoria in modo determinante. Il poliziotto ha sempre sostenuto di non aver fatto fuoco verso la macchina del tifosi laziali e, se dovesse emergere che il proiettile ha urtato contro un ostacolo, questa versione sarebbe, in qualche modo, confermata. Gli esiti degli esami, affidati dalla procura aretina al professor Domenico Compagnini, sono racchiusi in cinque tomi, contenenti dettagli dei reperti recuperati, studi sulla traiettoria e studi di natura chimica sul proiettile. L' ipotesi di una deviazione sarebbe emersa anche da una perizia svolta dal Cnr e depositata a meta' gennaio. L'esame avrebbe riscontrato la presenza sull'ogiva di tracce di zinco e alluminio, metalli presenti sul rivestimento della rete che venne attraversata dallo sparo esploso dalla carreggiata opposta a quella sulla quale si trovava l'auto con a bordo Sandri.
da dire.it
ROMA - Un anno fa una pallottola attraversava due carreggiate d'autostrada e uccideva Gabriele Sandri. Un anno fa, la mattina di domenica 11 novembre 2007, l'agente Luigi Spaccarotella sparava uccidendo un tifoso della Lazio che andava a Milano per la partita con l'Inter. Area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Cronaca nera e pallone, ennesimo aggiornamento del binomio. 365 giorni dopo c'è la nebbia, in autostrada. E dentro, invisibile, la verità. La pistola puntata per colpire l'auto in fuga dopo una rissa in autogrill con gli juventini, come dicono i testimoni, oppure uno sparo inciampando, con il proiettile deviato fatalmente verso la giovane vita di "Gabbo", la tesi della difesa. Due ipotesi, la rabbia, le implicazioni del tifo violento, le immancabili polemiche. E' ancora tutto fermo, dopo la prima udienza preliminare dichiarata nulla e il dibattimento in stand-by fino al 16 gennaio 2009. E domani, un anno dopo, è il giorno del ricordo.
I FATTI
E' l'11 novembre 2007, c'e' Inter-Lazio. Gabriele Sandri e altri quattro amici, tutti tifosi biancocelesti, sono in viaggio in macchina verso lo stadio Meazza. Si fermano per un caffe' nell'area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo. Incrociano un gruppo di tifosi juventini, che stanno andando a Parma. La pausa caffe' si trasforma in rissa. Nell'area di servizio sulla carreggiata opposta c'e' una pattuglia della Polstrada. L'agente Spaccarotella viene messo sul chi vive dal parapiglia. E' lontano. Dicono duecento metri, cento, in linea d'aria. Sente urla e grida. Vede un fuggi fuggi e un'auto che velocemente - o cosi' gli pare - si allontana dall'area di servizio. Pensa a una rapina al benzinaio. Aziona la sirena. L'auto non si ferma. Spara. Uccide. Gabriele Sandri, che per gli amici ancora dormiva sul sedile posteriore dell'auto. La notizia si diffonde in fretta. Il Viminale non ferma il campionato, tranne Inter-Lazio e Roma Cagliari. Il racconto, rilanciato semplificato ("Polizia uccide tifoso") e amplificato dalle dirette televisive, dalle radio degli ultras, dai blog delle tifoserie, accende la fiamma in quella polveriera che sono i rapporti tra le forze dell'ordine e l'area piu' violenta degli stadi. Una morte "per il calcio" viene declinata come morte "di calcio". E diventa una "chiamata" per l'orgoglio tribale degli Ultras. A Bergamo i tifosi dell'Atalanta scatenano la guerriglia in curva facendo interrompere Atalanta-Milan. A Parma invece si gioca e non avvengono incidenti. Tutto si concentra sulla capitale: aggressione alle istituzioni. Una serata di scontri e di guerriglia urbana, con caserme assaltate, agenti asserragliati, macchine date alle fiamme, la sede del Coni devastata. Alla fine si conteranno almeno 15 tra poliziotti e carabinieri feriti, 6 tra i vigili urbani, e anche 3 arrestati tra gli assalitori della caserma di via Reni e della sede Coni.
LE TESTIMONIANZE
"Ho sentito un tonfo, qualcuno ha pensato a una sassata, poi ci siamo girati quando abbiamo sentito Gabriele che ansimava, rantolava, perdeva sangue". Il primo testimone e' Federico, uno degli amici in macchina con Gabriele Sandri. Lui racconta la versione nell'immediato, ancora scosso. "Ci siamo fermati, c'era panico. Siamo ripartiti di corsa, per cercare aiuto. Al casello abbiamo trovato la polizia". Nell'area di servizio in pochi si erano accorti che c'era stata una rissa. Non il personale del bar davanti al quale si sono insultati e affrontati i 10 tifosi laziali e juventini. "Non ci siamo resi conto di nulla. Abbiamo capito cosa era successo quando sono venuti a chiederci le cassette registrate dalle telecamere puntate sul piazzale. I muri sono insonorizzati", dice Francesca, dipendente del bar, entrata al lavoro pochi minuti prima. Il benzinaio invece ha visto. "Ho notato questi ragazzi che salivano con gli ombrelli su verso l'autogrill" racconta Federico Ghiezzi, che lavora al distributore di servizio. La sua testimonianza e' acquisita dalla Polstrada. Da lontano il benzinaio ha visto qualcosa del tafferuglio, ma soprattutto ha sentito la sirena che ha diviso i due gruppi, suonata dalla Polstrada presente nell'area di servizio sull'altro lato dell'autostrada. "Poi ho sentito anche un tonfo, ma se fosse un colpo di pistola non lo so dire". L'agente Spaccarotella, durante gli interrogatori, ripete di aver sparato per sbaglio, mentre correva. Ma i testimoni chiave per l'indagine sono quattro e danno tutti, piu' o meno, la stessa lettura dell'accaduto: ovvero di averlo visto prendere la mira e sparare a braccia tese verso l'auto sulla quale viaggiava Gabriele Sandri. Tra queste testimonianze, oltre alla deposizione nota fin dal primo momento di un agente di commercio romano, anche quella di una cittadina giapponese che, come altri, in quelle ore dell'11 novembre si trova a sostare nell'area di servizio di Badia al Pino. I quattro dicono altro: sostengono di averlo visto puntare e sparare verso la vettura, alcuni di loro affermano di averlo notato a braccia tese.
LE PERIZIE
Un proiettile esploso, un ragazzo morto. E due possibili ipotesi, per disegnare l'omicidio Sandri sulla traiettoria di quel proiettile. Una guerra a colpi di perizie. Per i legali della famiglia Sandri il proiettile che ha ucciso Gabriele non e' stato deviato, l'agente ha sparato per colpire l'auto dove si trovava "Gabbo". Chiedono che si proceda per omicidio volontario. Alle certezze della famiglia della vittima si contrappongono quelle, diametralmente opposte, dell'avvocato Giampiero Renzo, che difende Spaccarotella, il poliziotto della stradale che ha fatto fuoco: la perizia evidenzia che sull'ogiva c'e' un elemento estraneo non riconducibile al vetro della macchina ne' alla catenina del ragazzo. E questo confermerebbe che il proiettile ha urtato un oggetto che potrebbe averne deviato la traiettoria in modo determinante. Il poliziotto ha sempre sostenuto di non aver fatto fuoco verso la macchina del tifosi laziali e, se dovesse emergere che il proiettile ha urtato contro un ostacolo, questa versione sarebbe, in qualche modo, confermata. Gli esiti degli esami, affidati dalla procura aretina al professor Domenico Compagnini, sono racchiusi in cinque tomi, contenenti dettagli dei reperti recuperati, studi sulla traiettoria e studi di natura chimica sul proiettile. L' ipotesi di una deviazione sarebbe emersa anche da una perizia svolta dal Cnr e depositata a meta' gennaio. L'esame avrebbe riscontrato la presenza sull'ogiva di tracce di zinco e alluminio, metalli presenti sul rivestimento della rete che venne attraversata dallo sparo esploso dalla carreggiata opposta a quella sulla quale si trovava l'auto con a bordo Sandri.
da dire.it
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Ieri, quasi un anno dopo lo sfortunato evento con cui all'autogrill di Badia al Pino Gabriele Sandri - tifoso laziale - perdeva la vita per il colpo di pistola partita ad un poliziotto, i tifosi della Lazio hanno voluto ricordare il ragazzo, dedicandogli una canzone alla quale era particolarmente legato - "Meravigliosa Creatura" - facendo scorrere sul maxischermo immagini che ritraevano il ragazzo. Momenti di memoria e di commozione, mentre quel mistero rimane ancora irrisolto. In concomitanza con questo evento è uscito pure un libro: "11 novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica", scritto da Maurizio Martucci.
La famiglia del ragazzo apprezza ogni tentativo che viene fatto per non far andare nel dimenticatoio la loro dolorosa vicenda e vogliono venirne a capo. Da poco, infatti, si è anche attivata nel sociale, con la Fondazione dedicata a "Gabbo".
da ioamolaseriea.blogspot.com
La famiglia del ragazzo apprezza ogni tentativo che viene fatto per non far andare nel dimenticatoio la loro dolorosa vicenda e vogliono venirne a capo. Da poco, infatti, si è anche attivata nel sociale, con la Fondazione dedicata a "Gabbo".
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
voglio giustizia.....la follia indescrivibile immotivata imperdonabile di spaccarotella deve essere trattata come merita......non si può sparare da una parte all'altra della carreggiata dell'autostrada ed uccidere un ragazzo che riposa in macchina mentre sta andando a vedere una partita di calcio....calcio....sinonimo di passione e di gioia.....gioia che un anno fa ci è stata portata via dal viso da un proiettile che nn sarebbe mai dovuto partire......e la cosa che fa ancora più rabbia è che questo assassino nn è ancora in galera solo xkè porta in tasca un distintivo....distintivo che avrebbe dovuto usare x proteggere nn x uccidere.....vogliamo giustizia x un ragazzo a cui è stata strappata la vita solo perchè chi lavora con una pistola si sente in diritto di usarla a suo piacimento........anke se ciò nn riporterà indietro gabbo è ora che gli sia fatta GIUSTIZIA ...
11-11-07-----------------------------------------------------------------------------------------------------------11-11-08
IO NON DIMENTICO
CERTE COSE NON DEVONO ESSERE DIMENTICATE!
IO NON DIMENTICO E CONTINUERO' AD URLARE AL MONDO LA MI RABBIA PER CHIEDERE SOLO UN COSA
GIUSTIZIA
GABRIELE VIVE TI MANDO IN CIELO UN SALUTO SINCERO IO E I MIEI AMICI LAZIALI NON TI SCORDEREMO MAI
11-11-07-----------------------------------------------------------------------------------------------------------11-11-08
IO NON DIMENTICO
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IO NON DIMENTICO E CONTINUERO' AD URLARE AL MONDO LA MI RABBIA PER CHIEDERE SOLO UN COSA
GIUSTIZIA
GABRIELE VIVE TI MANDO IN CIELO UN SALUTO SINCERO IO E I MIEI AMICI LAZIALI NON TI SCORDEREMO MAI
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Un anno fa dicevamo addio a Gabriele Sandri: oggi la fiaccolata del ricordo. Per non dimenticare!
Alle 18 nella Chiesa del suo quartiere, la Balduina. Un anno fa, Gabriele Sandri ci diceva addio: era l'11 novembre, una domenica come tante altre, resa però indimenticabile - purtroppo - da quanto successe in un maledetto autogrill quando era ancora mattina.
Non è ancora stata fatta del tutto chiarezza su quanto accadde, i colpevoli sono ancora in attesa di giudizio: la famiglia Sandri, gli amici di Gabriele e tutti quanti amano il calcio e la vita si sono dati però appuntamento stasera, alle ore 18 a Roma, per la fiaccolata prevista sul sacrato di San Pio X, la chiesa del suo quartiere, la Balduina, che ospitò anche i funerali.
Oggi poi, sulla piazza di Ponte Milvio, verrà affissa una grande immagine di Gabriele e al mattino i ragazzi del Gruppo Donatori Volontari Gabriele Sandri (la famiglia ha aperto anche una fondazione e scritto un libro sull'accaduto) doneranno il sangue all'ospedale pediatrico Bambin Gesù.
Alle 18 nella Chiesa del suo quartiere, la Balduina. Un anno fa, Gabriele Sandri ci diceva addio: era l'11 novembre, una domenica come tante altre, resa però indimenticabile - purtroppo - da quanto successe in un maledetto autogrill quando era ancora mattina.
Non è ancora stata fatta del tutto chiarezza su quanto accadde, i colpevoli sono ancora in attesa di giudizio: la famiglia Sandri, gli amici di Gabriele e tutti quanti amano il calcio e la vita si sono dati però appuntamento stasera, alle ore 18 a Roma, per la fiaccolata prevista sul sacrato di San Pio X, la chiesa del suo quartiere, la Balduina, che ospitò anche i funerali.
Oggi poi, sulla piazza di Ponte Milvio, verrà affissa una grande immagine di Gabriele e al mattino i ragazzi del Gruppo Donatori Volontari Gabriele Sandri (la famiglia ha aperto anche una fondazione e scritto un libro sull'accaduto) doneranno il sangue all'ospedale pediatrico Bambin Gesù.
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Tutta la Lazio al funerale di Gabbo
Non mancherà veramente nessuno, tra giocatori, staff tecnico e addetti ai lavori. Ci sarà tutta la Lazio oggi ai funerali di Gabriele Sandri. Alle dodici infatti, nella chiesa Pio X, non mancherà veramente nessuno, tra giocatori, staff tecnico, dirigenti, addetti ai lavori e formazioni del settore giovanile. Secondo indiscrezioni la squadra arriverà davanti alla chiesa a bordo del pullman che tutte le settimane la porta da Formello allo stadio Olimpico, quando c'è da giocare una partita in casa.
Ci sarà anche De Silvestri, che ha avuto un permesso speciale da Casiraghi e che si aggregherà al gruppo dell'under 21 azzurra solo domani in mattinata. Ieri intanto, durante un match tra Monaco 1860 e Borussia è stato esposto uno striscione che salutava lo sfortunatissimo tifoso biancoceleste assassinato domenica 11 novembre.
Non mancherà veramente nessuno, tra giocatori, staff tecnico e addetti ai lavori. Ci sarà tutta la Lazio oggi ai funerali di Gabriele Sandri. Alle dodici infatti, nella chiesa Pio X, non mancherà veramente nessuno, tra giocatori, staff tecnico, dirigenti, addetti ai lavori e formazioni del settore giovanile. Secondo indiscrezioni la squadra arriverà davanti alla chiesa a bordo del pullman che tutte le settimane la porta da Formello allo stadio Olimpico, quando c'è da giocare una partita in casa.
Ci sarà anche De Silvestri, che ha avuto un permesso speciale da Casiraghi e che si aggregherà al gruppo dell'under 21 azzurra solo domani in mattinata. Ieri intanto, durante un match tra Monaco 1860 e Borussia è stato esposto uno striscione che salutava lo sfortunatissimo tifoso biancoceleste assassinato domenica 11 novembre.
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
sono curioso di sapere come la televisione affrontera l'argomento stasera...
NETIUM- Cannoniere
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
GIUSTIZIA PER GABRIELE!
11-11-07
11-11-08
CHI DIMENTICA E' COMPLICE!
11-11-07
11-11-08
CHI DIMENTICA E' COMPLICE!
bender- Capitano
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Famiglia Sandri, la replica a Manganelli
“Se un agente di pubblica sicurezza viene rinviato a giudizio in un procedimento penale (quindi diventa imputato, ndr), lo stesso può essere oggetto di un procedimento disciplinare interno alla pubblica sicurezza”. Lo ha dichiarato oggi, nel primo anniversario della morte di Gabriele Sandri, il fratello Cristiano, intervenendo ai microfoni di RadioSei per replicare a quanto affermato stamattina dal capo della polizia, Antonio Manganelli. Quest’ultimo, infatti, a margine di un seminario per giornalisti sportivi a Coverciano, aveva detto: «A noi istituzioni spetta valutare disciplinarmente il comportamento dell’agente, però tengo a precisare, visto che si è parlato di lungaggini, che noi dobbiamo seguire la legge che prevede che un procedimento disciplinare può essere attivato solo dopo un procedimento penale determinato”. L’avvocato Sandri, entrando nel dettaglio, ha spiegato: “E’ inesatto dire che per aprire un procedimento disciplinare interno si debba attendere la fine del procedimento penale. Bensì, è prassi, nel rispetto della normativa attuale, per tutti i casi riguardanti soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione – quindi anche alla pubblica sicurezza – aprire un procedimento interno per poi successivamente sospenderlo, in attesa dell’esito del processo. Il ministro Maroni da maggio non risponde ad un’interrogazione che vorrebbe chiarire questa anomalia”. Sulla questione in oggetto, i deputati Pdl Claudio Barbaro e Paola Frassinetti hanno avanzato al ministero dell’Interno una interrogazione a risposta scritta sulla mancata apertura di un procedimento interno a carico dell’agente Spaccarotella. I due parlamentari, insieme con i colleghi Fabio Granata (Pdl) e Walter Verini (Pd), al padre e al fratello di Gabriele, rispettivamente Giorgio e Cristiano, stamattina a Montecitorio hanno ricordato quanto accaduto presso la stazione di servizio di Badia al Pino. Si vuol sapere dal ministro dell’Interno Maroni «quali siano le ragioni - si legge nel documento - che hanno indotto il Dipartimento di pubblica sicurezza a non assumere alcuna iniziativa disciplinare», insomma come mai – ha aggiunto ancora Barbaro, «non sia stato sospeso dal servizio, un provvedimento che poteva essere preso parallelamente al processo giudiziario». Il delegato allo Sport del Comune di Roma, Alessandro Cochi, ha sottolineato: «Per la credibilità delle forze dell’ordine bisognava subito riconoscere quello che era successo, cioè che era omicidio volontario».
“Se un agente di pubblica sicurezza viene rinviato a giudizio in un procedimento penale (quindi diventa imputato, ndr), lo stesso può essere oggetto di un procedimento disciplinare interno alla pubblica sicurezza”. Lo ha dichiarato oggi, nel primo anniversario della morte di Gabriele Sandri, il fratello Cristiano, intervenendo ai microfoni di RadioSei per replicare a quanto affermato stamattina dal capo della polizia, Antonio Manganelli. Quest’ultimo, infatti, a margine di un seminario per giornalisti sportivi a Coverciano, aveva detto: «A noi istituzioni spetta valutare disciplinarmente il comportamento dell’agente, però tengo a precisare, visto che si è parlato di lungaggini, che noi dobbiamo seguire la legge che prevede che un procedimento disciplinare può essere attivato solo dopo un procedimento penale determinato”. L’avvocato Sandri, entrando nel dettaglio, ha spiegato: “E’ inesatto dire che per aprire un procedimento disciplinare interno si debba attendere la fine del procedimento penale. Bensì, è prassi, nel rispetto della normativa attuale, per tutti i casi riguardanti soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione – quindi anche alla pubblica sicurezza – aprire un procedimento interno per poi successivamente sospenderlo, in attesa dell’esito del processo. Il ministro Maroni da maggio non risponde ad un’interrogazione che vorrebbe chiarire questa anomalia”. Sulla questione in oggetto, i deputati Pdl Claudio Barbaro e Paola Frassinetti hanno avanzato al ministero dell’Interno una interrogazione a risposta scritta sulla mancata apertura di un procedimento interno a carico dell’agente Spaccarotella. I due parlamentari, insieme con i colleghi Fabio Granata (Pdl) e Walter Verini (Pd), al padre e al fratello di Gabriele, rispettivamente Giorgio e Cristiano, stamattina a Montecitorio hanno ricordato quanto accaduto presso la stazione di servizio di Badia al Pino. Si vuol sapere dal ministro dell’Interno Maroni «quali siano le ragioni - si legge nel documento - che hanno indotto il Dipartimento di pubblica sicurezza a non assumere alcuna iniziativa disciplinare», insomma come mai – ha aggiunto ancora Barbaro, «non sia stato sospeso dal servizio, un provvedimento che poteva essere preso parallelamente al processo giudiziario». Il delegato allo Sport del Comune di Roma, Alessandro Cochi, ha sottolineato: «Per la credibilità delle forze dell’ordine bisognava subito riconoscere quello che era successo, cioè che era omicidio volontario».
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
FIN CHE AVRO VOCE CHIEDERO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA
NON TI SCORDERO MAI CIAO GABBO
NON TI SCORDERO MAI CIAO GABBO
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Una storia italiana, tra privilegi, abusi, disinformazione e repressione. Per gli uomini del regime: garanzie e impunità. Per tutti gli altri: nessuna giustizia, nessuna pietà.
https://tifoandria.forumattivo.comtifoandria.forumattivo.comyoutube.com/watch?v=1qeD_SVmF4s
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riferimentoCASUALEandria- Navigatore
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Data d'iscrizione : 20.06.08
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
questa ingiustizia spero che nel mondo del calcio non la dimentichi nessuno
GABBO VIVE!
GABBO VIVE!
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Sandri: Spaccarotella non c'è
Il fratello: "Problemi in autostrada?"
Oggi andava in scena l'udienza preliminare del processo Sandri, il tifoso ucciso in autostrada all'area di sosta di Badia al Pino. Luigi Spaccarotella, accusato dell'omicidio, ancora una volta non si è presentato in aula scatenando l'ira del fratello, avvocato di Gabriele, che ha ironizzato: "Avrà avuto problemi in autostrada". Anche il padre della vittima non ha gradito la scelta di Spaccarotella: "Non ha il coraggio di guardami negli occhi".
"Sa bene che Gabriele è morto non perchè è inciampato", continua il padre di Gabriele. "Il video-perizia fatto dalla procura rispecchia la realtà dei fatti. Al di là della deviazione fantomatica, Spaccarotella ha sparato in direzione di una macchina, e al limite poteva prendere anche il guidatore uccidendone cinque e non solo Gabriele", aggiunge.
Intanto durante l'udienza preliminare è stato annunciato che il rito abbreviato, chiesto espressamente dall'avvocato difensore di Spaccarotella, non è stato concesso: si pocederà quindi con procedura ordinaria.
sportmediaset.it
Il fratello: "Problemi in autostrada?"
Oggi andava in scena l'udienza preliminare del processo Sandri, il tifoso ucciso in autostrada all'area di sosta di Badia al Pino. Luigi Spaccarotella, accusato dell'omicidio, ancora una volta non si è presentato in aula scatenando l'ira del fratello, avvocato di Gabriele, che ha ironizzato: "Avrà avuto problemi in autostrada". Anche il padre della vittima non ha gradito la scelta di Spaccarotella: "Non ha il coraggio di guardami negli occhi".
"Sa bene che Gabriele è morto non perchè è inciampato", continua il padre di Gabriele. "Il video-perizia fatto dalla procura rispecchia la realtà dei fatti. Al di là della deviazione fantomatica, Spaccarotella ha sparato in direzione di una macchina, e al limite poteva prendere anche il guidatore uccidendone cinque e non solo Gabriele", aggiunge.
Intanto durante l'udienza preliminare è stato annunciato che il rito abbreviato, chiesto espressamente dall'avvocato difensore di Spaccarotella, non è stato concesso: si pocederà quindi con procedura ordinaria.
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In The Main- Capitano
- Numero di messaggi : 2027
Data d'iscrizione : 18.09.08
Località : Andria
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Arezzo, 14 lug - E' in corso da circa tre ore e mezzo la camera di consiglio per il processo a Luigi Spaccarotella, l'agente di polizia accusato dell'omicidio di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio morto l'11 novembre del 2007 nell'area di servizio di Badia al Pino sull'autostrada A1.
Per Spaccarotella il pm Giuseppe Ledda ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per omicidio volontario. I legali dell'agente, gli avvocati Francesco Molino e Federico Bagattini, hanno invece chiesto la derubricazione del reato a omicidio colposo, che prevede una pena massima di cinque anni.
Nella replica di stamani Ledda, cosi' come aveva fatto nella requisitoria, e' tornato a impugnare una pistola giocattolo mimando i gesti che avrebbe compiuto Spaccarotella (oggi non presente in aula) al momento dello sparo.
Al termine delle repliche, i giudici della Corte di Assise di Arezzo (presidente Mauro Bilancetti) si sono chiusi in camera di consiglio. La sentenza potrebbe arrivare in serata.
Di fronte al tribunale di Arezzo sono stati affissi alcuni striscioni in cui si chiede ''giustizia per Gabriele''. Un gruppo di tifosi e amici del ragazzo ucciso segue l'udienza e di fronte al palazzo di giustizia ci sono anche gli striscioni gia' visti nelle precedenti giornate di udienza: ''E' ora che sia fatta giustizia per Gabriele''; ''Gabriele con noi''; ''Curva sud Arezzo''.
Per Spaccarotella il pm Giuseppe Ledda ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per omicidio volontario. I legali dell'agente, gli avvocati Francesco Molino e Federico Bagattini, hanno invece chiesto la derubricazione del reato a omicidio colposo, che prevede una pena massima di cinque anni.
Nella replica di stamani Ledda, cosi' come aveva fatto nella requisitoria, e' tornato a impugnare una pistola giocattolo mimando i gesti che avrebbe compiuto Spaccarotella (oggi non presente in aula) al momento dello sparo.
Al termine delle repliche, i giudici della Corte di Assise di Arezzo (presidente Mauro Bilancetti) si sono chiusi in camera di consiglio. La sentenza potrebbe arrivare in serata.
Di fronte al tribunale di Arezzo sono stati affissi alcuni striscioni in cui si chiede ''giustizia per Gabriele''. Un gruppo di tifosi e amici del ragazzo ucciso segue l'udienza e di fronte al palazzo di giustizia ci sono anche gli striscioni gia' visti nelle precedenti giornate di udienza: ''E' ora che sia fatta giustizia per Gabriele''; ''Gabriele con noi''; ''Curva sud Arezzo''.
bender- Capitano
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
2009-07-14 19:56 |
TIFOSO UCCISO: 6 ANNI A POLIZIOTTO |
VERGOGNA!!!
bender- Capitano
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
senza parole......ke skifo la giustizia italiana.......
In The Main- Capitano
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
NONOSTANTE LA VERGOGNOSA (IN)GIUSTIZIA... GABBO VIVE!
bender- Capitano
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Località : Andria - Bari
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
GIUSTIZIA NON è STATA! GABBO SEMPRE CON NOI!
UE L MERDDDDDDDDDDDD!!!!!!!!!!!
UE L MERDDDDDDDDDDDD!!!!!!!!!!!
iandriavast- Primo Ufficiale
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
giustizia di merda.......VERGOGNA....!!!!!!!!........gabbo vive......
gò iandr gò- Timoniere
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
Senza parole...
La Giustizia italiana si dimostra per l'ennesima volta solo una farsa.
A parti invertite (tifoso uccide poliziotto), quanti anni di carcere avrebbe preso il tifoso???
GABBO VIVE!!!
La Giustizia italiana si dimostra per l'ennesima volta solo una farsa.
A parti invertite (tifoso uccide poliziotto), quanti anni di carcere avrebbe preso il tifoso???
GABBO VIVE!!!
Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
LA SOLITA LEGGE ITALIANA......
................................GABRIELE SEMPRE PRESENTE....................................
................................GABRIELE SEMPRE PRESENTE....................................
Valante85- Navigatore
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Re: GABRIELE SANDRI, UN ANNO FA LA TRAGEDIA
ITALIA...paese di pagliacci e buffoni...la NOSTRA italia è un circo,il bello è ke nessuno fa un emerito ca...o,qst è la cosa + disarmante!!!
miki t.- Navigatore
- Numero di messaggi : 323
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