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Matarrese, Rivoluzione TV: l'Italia fa concorrenza alla Premier

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Messaggio  In The Main Lun Feb 02, 2009 7:43 pm

Matarrese Rivoluzione tv: l'Italia fa concorrenza alla Premier

Martedì 3 febbraio a Milano, Antonio Matarrese sarà confermato presidente della Lega Calcio: con criteri nuovi di votazione, dove la serie A (giustamente) conta più della B. Nato ad Andria, il 4 luglio 1940, Matarrese è uno dei dirigenti di lunghissimo corso del calcio. E' stato ai vertici della Figc e della Lega Calcio, con un breve e burrascoso passaggio all'Unire. E' stato anche deputato della Democrazia Cristiana per cinque legislature a partire dal 1976. Dal 1982 respira l'aria del mondo del pallone, conosce come pochi altri uomini e meccanismi, e il 9 agosto 2006 è tornato ai vertici della Lega Calcio. Una Lega che adesso è più forte che mai: è stato appena concluso infatti un accordo che garantisce quasi 6 miliardi di euro nelle casse dei presidenti di calcio. La Infront infatti verserà, come minimo garantito, 900 milioni all'anno, per sei anni (a partire del 2010), dei diritti tv del campionato e della Coppa Italia. "Mai nella storia del calcio - spiega Matarrese - c'è stato un simile contratto: è qualcosa di rivoluzionario". I presidenti di A (20) e di B (22) però sperano che i 900 milioni all'anno possano crescere ancora e diventare un miliardo perché, per la prima volta, si tratterà un accordo epocale che riguarda le emittenti in chiaro, il satellitare, il digitale terrestre, i videotelefonini, Internet, l'Iptv (tv sul computer), la library dei club, i videoclip, i diritti esteri, la radio, eccetera. Non solo: la Lega pensa di fare la sua televisione (una mossa anche per spaventare le altre emittenti) e potrà cedere le immagini, con 4' a gara come diritto di cronaca, alle televisioni private.

Le famiglie che hanno un televisore in Italia sono 23.874.000 ed è difficile pensare che ci sia una famiglia dove nessuno è interessato al calcio. Attualmente prevale il terrestre (62%) sul satellite (36%) e sulle "altre" che raccolgono solo il 2%. Ma il panorama in futuro potrebbe cambiare: basta pensare all'avvento (complicato peraltro) del digitale. Basta pensare ai movimenti attuali fra Sky, Mediaset, Rai e anche La 7. Uno scontro fortissimo. Presto inizieranno le trattative che garantiranno ai club di vertice un futuro sicuro, perché i soldi dei diritti tv sono quelli che tengono in piedi il circo del calcio e in qualche occasione lo fanno anche ricco. La Lega, insieme con la Infront, dovrà stabilire le linee guida. Lo farà molto presto: poi da giugno ecco l'asta con i vari pacchetti in vendita. Ma che succederà nel caso l'asta finisse deserta, cosa non certo impossibile? I diritti tornano in capo alle società come vorrebbe l'Antitrust e magari (di nascosto) anche qualche grosso club? Antonio Catricalà e i suoi "sceriffi" dell'Antitrust hanno già messo nel mirino le tv, e di riflesso anche la Lega Calcio. E' chiaro però che se il pacchetto torna in mano ai club, ecco che la legge Melandri-Gentiloni va a farsi benedire. Da parte del fronte Pdl c'è qualcuno, ma non tutti, che si augura che finisca così. Per questo lo scontro sarà terribile. Ma quello che uscirà fuori alla fine, sarà un accordo rivoluzionario per il calcio. "Di sicuro ci saranno tantissime novità", garantisce Marco Brunelli, direttore generale della Lega.

Con 900 milioni all'anno d'altronde il nostro calcio può raggiungere la Premier League e staccare Bundesliga, Ligue francese e anche la Liga spagnola. Allo studio anche la possibilità di non trasmettere tutte le partite, ma solo alcune, proprio per tutelare il prodotto e per invogliare i tifosi ad andare allo stadio (ora che c'è un buon trend di crescita): in Premier League già succede, solo 138 partite vanno in pay o pay per view. In Italia (e anche in Francia e in Spagna) vengono invece trasmesse tutte, 380 a stagione. Un'overdose che impoverisce il prodotto.

(La Repubblica) (da calciomercato.com)
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